In merito al riordino delle carriere dei militari e poliziotti è in atto una situazione molto pericolosa che potrebbe esplodere in faccia al Governo e sopratutto ai ministri dell’Interno e della Difesa che su questa partita si stanno giocando la propria reputazione, assieme ai loro vertici, ai sindacati e al Cocer.
Sul finire del mese di febbraio e nei primi giorni di marzo il Governo ha sottoposto all’esame parlamentare due schemi di decreto legislativo con lo scopo di riordinare le progressioni di carriera del personale delle forze armate e delle forze di polizia e taluni aspetti dei rispettivi trattamenti economici. Sull’argomento, per quanto riguarda la Difesa, i vertici militari e la stessa Ministra Pinotti hanno definito il loro riordino una svolta epocale attesa da oltre un ventennio. Convinto di avere già il provvedimento in tasca il vertice militare ha già provveduto a pubblicare delle circolari, definite “esplicative” prima ancora dell’effettiva emanazione del provvedimento da parte del Presidente della Repubblica . Un passo che a molti, a me per primo, è sembrato completamente fuori luogo.
Nei giorni scorsi, il Consiglio di Stato ha espresso il parere n. 915 sullo schema di decreto legislativo riguardante il riordino delle carriere del personale delle forze di polizia evidenziando notevoli criticità e segnalando la necessità di numerose correzioni che, se recepite dal Governo, anche al fine di evitare il prevedibile contenzioso, finirebbero coll’introdurre nel testo definitivo importanti disarmonie rispetto all’analogo decreto legislativo concernente il riordino delle carriere del personale militare sottratto, per legge, al vaglio dell’organo della Giustizia Amministrativa, con la conseguenza che ancora una volta più che di riordino si dovrà parlare del disordine delle carriere.
Una situazione decisamente pericolosa per la stabilità interna delle due amministrazioni interessate – Sicurezza e Difesa – che potrebbe costringere i Ministri Marco Minniti e Roberta Pinotti e il Presidente del Consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni, a prendere in considerazione la possibilità di un il rinvio dell’emanazione dei provvedimenti per il tempo necessario a chiedere al Consiglio di Stato anche il parere sullo schema di decreto riferito ai militari.
Il mio giudizio sul riordino delle carriere è negativo ma visti i rilievi fatti dal Consiglio di Stato sul testo riguardante le forze di polizia optare per un breve rinvio mi sembra l’unica scelta di buon senso, utile per evitare di creare altre disparità di trattamento tra il personale delle forze armate e quello delle forze di polizia.
Il Governo decida in fretta perché, il 30 giugno prossimo, scade il termine previsto dalla legge delega e con le elezioni amministrative alle porte anche l’attività parlamentare rallenta notevolmente.