Da ieri i #CappellaniMilitari sono riuniti ad Assisi per il loro corso di aggiornamento annuale. Mi piacerebbe sapere quanto costerà ai contribuenti l’evento, tra chiacchiere e sermoni e banchetti con la partecipazione di Pippo Franco e altri ospiti illustri. Chissà quanto ci metterà la ministra Trenta a cancellare questo inutile spreco di denaro pubblico che pesa sulle tasche dei contribuenti da oltre 50 anni.
Così, giusto per ricordarlo a me stesso, mi annoto che in queste ore in Parlamento giace in attesa di ratifica una intesa stipulata tra la Chiesa e il precedente governo Gentiloni che nulla cambia rispetto al passato. I preti con le stellette continueranno a fagocitare denaro pubblico per i loro stipendi da generali e dirigenti dello Stato Italiano (il trattamento dirigenziale è un regalo della Pinotti) e a fregiarsi di gradi militari.
Una domanda a Papa Francesco è doverosa (la risposta sarà un miracolo): Ma a cosa servono i Cappellani militari quando chiese e preti sono ormai ovunque?
Una proposta: perché non riserviamo ai preti con le stellette lo stesso trattamento giuridico ed economico stabilito con il D.P.R. n° 421 del 27/10/1999? (regolamenta il servizio pastorale dei Cappellani, oltre che negli Istituti di Istruzione, anche nelle strutture territoriali della Polizia di Stato . Il successivo Decreto Ministeriale del 08/10/2004, a firma del Ministro Pisanu, ha ulteriormente precisato aspetti amministrativi ed organizzativi del “servizio” dei Cappellani nella Polizia di Stato).
Credo che sarebbe opportuno riflettere seriamente sulla mia proposta per eliminare ogni differenza, a meno che non si voglia ammettere l’esistenza di preti di serie A e di serie B.
Sulla questione dei Cappellani militari la posizione del M5S è ancora quella che si legge nelle interrogazioni e negli atti parlamentari della precedente legislatura o adesso il partito di Di Maio ha già cambiato idea?