In relazione all’articolo dal titolo “Ecco perché sarebbe da irresponsabili interrompere il programma F-35. Parla Tofalo” pubblicato lo scorso 16 novembre sul sito di informazione on-line “formiche”, ritengo che dopo la consistente riduzione di 41 aerei ottenuta dai Radicali nel 2012, non ha più senso, né lo ha mai avuto, la posizione del M5S di accesa contrarietà al programma F35. Quella dei grillini era, ed è, una battaglia ideologica insostenibile.
Non serve arrivare ad essere il sottosegretario alla Difesa per capire che l’operatività delle nostre forze armate è strettamente legata alla capacità aerea che può essere espressa nell’ambito di una coalizione e in ogni condizione, né serve una particolare intelligenza per comprendere che i mezzi aerei come tutte le macchine hanno una vita operativa conosciuta e conoscibile fin dalle prime fasi della progettazione e quindi della decisione di spesa assunta dal Parlamento. Serve semmai una particolare lungimiranza per sapere razionalizzare, in modo adeguato alle mutate esigenze di sicurezza, le poche risorse disponibili. Con la loro azione i Radicali, senza incidere sulla capacità aerea dello strumento militare che in quegli anni stava subendo degli stravolgimenti non sempre logici, seppero determinare un risparmio di spesa di 5,4 miliardi di euro che, invece di essere utilizzato per le esigenze dei cittadini (salute, scuola, lavoro), venne poi destinato dai successivi governi al finanziamento della c.d. “legge navale” voluta solo per dotare la Marina militare di nuove navi a fronte di un piano di dismissioni delle unità navali in servizio che poi si rivelò in parte non veritiero.
Il sottosegretario Tofalo dovrebbe ben conoscere le ragioni che hanno spinto il governo Monti ad accogliere la richiesta di riduzione del programma avanzata dai Radicali nel 2012 e dovrebbe sapere che il “taglio” di 41 velivoli non fu né casuale né azzardato. Ben venga quindi il ripensamento del M5S sulla questione F35 ma non posso non evidenziare come questa inversione di marcia sia l’ennesima dimostrazione che il Movimento in fin dei conti si sta rivelando un partito politico sempre più uguale agli altri in fatto di promesse che non possono essere mantenute ma che, nonostante tutto, continuano ad essere fatte perché sembrano essere l’unico modo per il Movimento per raccogliere consensi.
Luca Marco Comellini