Ieri, 18 gennaio, si è celebrata davanti al Gup del Tribunale di Piacenza, dr.ssa Fiammetta Modica, la seconda udienza del procedimento penale che vede imputati alcuni militari dell’Arma dei carabinieri in servizio alla Stazione CC “Levante” all’epoca dei fatti contestati dalla Procura piacentina. Leggi tutto “Carabinieri, Caserma Levante Piacenza: ammessi alla costituzione di parte civile”
Autore: Luca Marco COMELLINI
Aeronautica/ Nonnismo in caserma aeronautica, 8 rinviati a giudizio Pdm parte civile. Comellini: noi accanto a Giulia e ministero no
Roma, 11 dic. (askanews) – A giudizio gli otto sergenti del 70esimo storno dell’Aeronautica sotto accusa per il caso di Giulia Jasmine Schiff. La prima udienza del processo è stata fissata per il 9 marzo prossimo davanti alla II sezione del tribunale militare della Capitale. Le contestazioni sono quelle di reato continuato di ingiuria e lesione personale in concorso. La vicenda di Giulia riguarda un cosiddetto ‘battesimo del volo’, dopo che questa aveva volato in solitaria.
Nel capo d’accusa si spiega che gli indagati “sollevavano da terra e trasportavano in posizione orizzontale, con il volto rivolto verso il basso, la sergente allievo ufficiale Giulia Jasmine Schiff e, tenendola ferma per le gambe e le braccia, con dei fustelli di legno le infliggevano violenti colpi sul fondoschiena; quindi le facevano urtare la testa contro la semiala in mostra statica posta in prossimità di una piscina dove, infine, la gettavano”.
Secondo gli atti del procuratore Antonio Sabino e del pm Antonella Masala i militari sotto accusa hanno offeso “prestigio, onore e dignità” di Giulia, usandole “violenza” e “cagionandole plurime escoriazioni ai glutei”.
Nell’incartamento ci sono anche le fotografie di quell’atto di “goliardia” che ha provocato lividi e cicatrici sul corpo di una ragazza nel fiore degli anni, mezzofondista nazionale.
Oggi il giudice ha accolto la richiesta di costituzione parte civile del Pdm – Partito per la tutela dei diritti dei militari, presente in aula con il segretario Luca Marco Comellini. “Noi siamo accanto a Giulia, anche oggi. Il ministero
ed l’Arma azzurra invece no”.
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Comellini: altro che atto goliardico, vera e propria violenza
Roma, 11 dic. (askanews) – “Con la decisione del giudice dell’udienza preliminare ora si aprirà un processo che dovrà fare luce su una brutta pagina della storia dell’Aeronautica”. Lo ha detto Luca Marco Comellini, segretario del Pdm dopo l’udienza che ha stabilito il rinvio a giudizio di 8 militari dell’Arma azzurra per gli atti di nonnismo subito da una allieva.
“La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio e l’ha ottenuto – ha continuato Comellini – l’atto goliardico si è rivelato essere un atto di violenza nei confronti di una donna e ciò è ancora peggiore. Il tribunale dovrà accertare la verità ma oggi quello che conta è che ne il ministro della difesa nè l’Aeronautica
militare, in persona il capo di Stato maggiore, si sono costituiti parte civile”.
Secondo il segretario del Pdm: “La loro assenza chiarisce esattamente quale sia la posizione della forza armata: sicuramente loro non sono con Giulia. Un’altra assenza che lascia l’amaro in bocca e quella dei sindacati militari che hanno ottenuto l’assenso ministeriale. Noi invece siamo e saremo sempre dalla parte delle vittime contro ogni violenza mascherata da goliardia”.
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Schiff, Comellini (PDM): domani sarò accanto a Giulia contro ogni violenza nelle forze armate
Domani mattina in rappresentanza del Partito per la tutela dei diritti dei militari, con l’avvocato Piero Santantonio del foro di Roma, sarò al Tribunale militare di Roma a fianco di Giulia Jasmine Schiff, il sergente allievo ufficiale dell’Aeronautica militare che nell’aprile del 2018, al termine del volo da solista per conseguire il brevetto di pilota militare, fu sottoposta da 8 suoi colleghi di corso al c.d. battesimo dell’aria.
Il Partito per la tutela dei diritti dei militari è già parte civile in 5 altri processi ma questa, dopo anni di battaglie contro ogni forma di violenza in ambito militare, portate anche all’interno del Parlamento dai compagni Radicali, è la prima volta che ci presentiamo come parte civile al fianco di una donna vittima di una inaudita e ingiustificabile violenta tradizione militaresca.
Come ho potuto apprendere dalle foto del fascicolo processuale i segni della violenza usata sul corpo di Giulia, percossa con fustelli di legno, sono assolutamente inaccettabili.
Domani mi auguro di vedere in aula i rappresentanti del Ministro della difesa e del Capo di stato maggiore dell’Aeronautica affinché con la loro costituzione di parte civile dimostrino agli italiani di essere chiaramente contro ogni forma di violenza nelle forze armate.
Lo dichiara Luca Marco Comellini, Segretario politico del Partito per la tutela dei diritti dei militari – PDM – in merito all’udienza che si svolgerà domani davanti al Gup del Tribunale militare di Roma a carico di 8 militari, compagni di corso della sergente Schiff.
Comunicato stampa
Il Partito per la tutela dei diritti dei Militari, in persona del Segretario politico e legale rappresentante, Luca Marco Comellini, rappresentato e difeso dall’avvocato Gaetano Luigi Di Marco del foro di Taranto, si è presentato come costituenda parte civile nel procedimento penale che vede imputati 4 militari accusati a vario titolo di aver trasportato a bordo della Nave Caprera della Marina Militare e introdotto nel territorio dello Stato italiano 690 chili di tabacco lavorato estero di contrabbando. L’udienza davanti al Gup del Tribunale di Brindisi, Dott. Valerio Fracassi, si svolgerà il prossimo 1 dicembre alle ore 10:00 in collegamento audio e video.
Carabinieri, Comellini (Pdm): ammessi come parte civile nel processo contro ex comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette
Il Partito per la tutela dei diritti dei militari (Pdm) è stato ammesso come parte civile nel celebrando processo presso il Tribunale di Roma a carico dell’ex Comandante Generale dell’Arma dei carabinieri, generale di Corpo d’Armata Tullio del Sette, del generale Antonio Bacile ex comandante della Legione Sardegna, dell’ex delegato Cobar e Cocer (organismi della rappresentanza militare) Gianni Pitzianti, tutti imputati per il reato di abuso d’ufficio ai danni del colonnello Giovanni Adamo, luogotenente Antonello D’ore e del tenente Francesco Giola. Leggi tutto “Carabinieri, Comellini (Pdm): ammessi come parte civile nel processo contro ex comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette”
Cappellani militari, Comellini (pdm): 9.410.272 euro di spesa nel 2019 sono reali, il taglio sbandierato dalla Trenta è la fake news.
L’intesa sulla questione dei cappellani militari stipulata dal precedente governo Gentiloni e i rappresentanti della Chiesa dovrà essere sottoposta al vaglio del Parlamento quindi oggi la sola cosa certa sono i numeri della legge di bilancio che escludono categoricamente una riduzione rispetto al passato. Già da alcuni anni – ma la ministra sembra non saperlo – il numero dei cappellani militari è stato ridotto rispetto ai 204 previsti dalle “tabelle ordinative organiche”. Tuttavia la spesa per il pagamento degli stipendi dei preti soldato è rimasta sostanzialmente invariata rispetto al passato. Tra le ragioni di questa sostanziale costanza di spesa vanno considerati gli effetti dei provvedimenti del riordino delle carriere hanno determinato consistenti aumenti degli stipendi dei cappellani militari che, va ricordato, sono assimilati al rango di ufficiale delle forze armate, ne indossano i gradi da ufficiale/dirigente e ne percepiscono il relativo trattamento economico e accessorio tra cui gli straordinari (per dire la messa) e le indennità di missione, aeronavigazione e finanche, in alcuni casi, l’indennità di aviolancio e sede disagiata (per citarne alcune).
L’intesa stipulata, tanto sbandierata come svolta epocale garantisce alla casta dei preti-soldato il mantenimento di inaccettabili privilegi e si pone in netto contrasto con quella sicuramente molto meno onerosa per le casse dello Stato prevista dal D.P.R. n° 421 del 27 ottobre 1999 che recepisce l’intesa, anche questa prevista dal Concordato del 1984, che regola il servizio di assistenza spirituale dei cappellani della Polizia di Stato.
I numeri riportati nero su bianco nelle “Tabelle” allegate alla Legge di bilancio per il 2019 parlano chiaro: i cappellani militari costeranno ai contribuenti 9.410.272 euro. Quindi, a conti fatti, l’unica “fake news” è l’annunciato risparmio che qualche buontempone ha voluto suggerire alla Ministra Trenta.
Alla Ministra consiglio una attenta lettura degli atti parlamentari della XVI Legislatura. Da quando nel 2010, dopo l’entrata in vigore del decreto legislativo 66/2010 e d.P.R. 90/2010, chiesi ai parlamentare Radicale Maurizio Turco di portare all’attenzione del Parlamento la questione dei cappellani militari e dell’intesa mancante ma prevista espressamente dal Concordato del 1984, gli stipendi dei preti con le stellette ci sono costati circa 80 milioni di euro. A questa somma vanno aggiunti i rilevanti costi di mantenimento e funzionamento degli uffici e strutture della “diocesi dell’Ordinariato militare d’Italia” e delle pensioni dorate dei generali-preti.
La semplice domanda che si deve porre la ministra Trenta, ma anche il suo capo Di Maio, partendo dal principio che lo Stato è laico, è: a cosa servono realmente i cappellani militari quando vicino ad ogni caserma sorge una chiesa con il suo parroco stipendiato dal Vaticano? Se dobbiamo continuare a mantenere i cappellani militari per dare assistenza spirituale al personale delle forze armate di religione cattolica allora devono poter avere la medesima assistenza spirituale quelli di fede ebraica o mussulmana o di qualsiasi altra religione.
La Trenta inciampa sull’Ausiliaria. Un errore che costerà ai contribuenti 400 milioni di euro.
Finalmente, come riporta il quotidiano “La Repubblica” del 25 novembre scorso in un articolo pubblicato a pagina 23 dal titolo “L’indennità di ausiliaria ai militari sarà rivisitata, in considerazione della mancata risposta degli enti locali”, sembrerebbe che anche la ministra della Difesa, la capitana Elisabetta Trenta, si sia resa conto che l’Ausiliaria – cioè quella particolare posizione di stato in cui i militari vengono collocati a domanda per un periodo massimo di 5 anni quando cessano dal servizio effettivo e che, in cambio del pagamento di una indennità aggiuntiva, si impegnano a prestare servizio presso le altre pubbliche amministrazioni qualora gli venga richiesto – è un privilegio anacronistico e insostenibile per le casse dello Stato. Leggi tutto “La Trenta inciampa sull’Ausiliaria. Un errore che costerà ai contribuenti 400 milioni di euro.”
Sulla questione F35 finalmente leggo parole sensate da parte del grillino Tofalo.
In relazione all’articolo dal titolo “Ecco perché sarebbe da irresponsabili interrompere il programma F-35. Parla Tofalo” pubblicato lo scorso 16 novembre sul sito di informazione on-line “formiche”, ritengo che dopo la consistente riduzione di 41 aerei ottenuta dai Radicali nel 2012, non ha più senso, né lo ha mai avuto, la posizione del M5S di accesa contrarietà al programma F35. Quella dei grillini era, ed è, una battaglia ideologica insostenibile. Leggi tutto “Sulla questione F35 finalmente leggo parole sensate da parte del grillino Tofalo.”
Cappellani militari : nel 2019 spenderemo quasi 10 milioni di euro. Che fine ha fatto l’Intesa tra Stato e Chiesa?
Nella legge di bilancio anche per il 2019 spuntano fuori la bellezza di 9.410.272 euri destinati a pagare gli stipendi dei 166 cappellani militari. Al grido di “onestà onestà” dopo “TAP”, “TAV”, “ILVA”, “F35”e “Prescrizione”, anche un’altra battaglia dei parlamentari grillini della prima ora – quelli della XVII legislatura – per eliminare dal bilancio dello Stato i costi dei cappellani militari e farli pagare alla Chiesa, è finita nel cestino della carta straccia. Leggi tutto “Cappellani militari : nel 2019 spenderemo quasi 10 milioni di euro. Che fine ha fatto l’Intesa tra Stato e Chiesa?”
AERONAUTICA MILITARE, VACCINI, COMELLINI (PDM): SUBITO CHIAREZZA SULLE SOMMINISTRAZIONI
Occupandomi da anni delle problematiche relative alla tutela della salute del personale militare devo amaramente constatare che, purtroppo, i paradossi e quindi i rischi, sembrano essere ancora molti.
Dopo le libere interpretazioni delle norme sulla tutela della salute dei militari che ci hanno più volte regalato i vertici della Difesa con le loro “pillole di saggezza”, emerse chiaramente anche nel testo della relazione conclusiva dell’ultima Commissione parlamentare presieduta dal già deputato Gian Piero Scanu, nonché dai più volte ripetuti “#nulladanascondere”, oggi per l’ennesima volta sono costretto ad apprendere, con preoccupazione, di una cronica disinformazione degli ufficiali medici sulla corretta profilassi vaccinale dei nostri militari.
L’ultima segnalazione pervenutami questa mattina non è riferita né alla questione delle c.d. “acque di bordo” utilizzate sulle navi militari né a casi di militari ammalatisi a seguito del servizio prestato nei teatri operativi all’estero, riguarda il personale in forza presso l’Aeronautica Militare che sarebbe tenuto ad effettuare un’autoanamnesi vaccinale sostituendosi al medico militare responsabile della vaccinazione.
Sul tema vaccini, peraltro oggetto di indagine da parte della citata Commissione parlamentare presieduta dall’allora on. Scanu nel corso della XVII Legislatura, mi risulta che il maresciallo infermiere Emiliano Boi, in servizio presso la Marina Militare, abbia già da tempo segnalato ai propri superiori problematiche in merito alla non corretta prescrizione e somministrazione, senza ad oggi aver ricevuto alcuna risposta.
Auspico che almeno il ministro della difesa del Governo del cambiamento, Elisabetta Trenta, vorrà ascoltare quanto prima le preoccupazioni che, in tema di tutela della salute, mi giungono dai militari e che come me e il maresciallo Boi anche la titolare della Difesa abbia a cuore, con i fatti, la salute degli uomini e delle donne in divisa.