In vista della Santa Pasqua, nell’augurare a Papa Francesco lunga vita e prosperità lo invitiamo a cancellare l’Ordinariato militare o quantomeno a obbligarne gli adepti a rinunciare ad ogni bene materiale che gli perviene in ragione del loro stato di assimilazione al rango di ufficiale delle forze armate.
Nella convinzione di dover affermare la laicità dello Stato e delle Istituzioni fin dal 2010 ci scontriamo con le soverchianti forze politiche e religiose che hanno fatto del particolare status del cappellano militare anche una ragione di arricchimento che cozza violentemente contro il principio evangelico del cristianesimo che se da un lato esorta i fedeli a scegliere la povertà sulla ricchezza dall’altro vorrebbe che la Chiesa e i suoi membri ne fossero l’esempio.
Purtroppo “pecunia non olet” e ne abbiamo avuto conferma anche da una recente inchiesta giornalistica sulla vendita dei sacramenti che ha visto anche il coinvolgimento un membro della singolare diocesi dei preti-soldato.
Nella speranza e nell’attesa che il Santo Padre voglia porre definitivamente fine all’esistenza dell’Ordinariato militare suggeriamo ai cappellani militari che intendono cimentarsi nella vendita dei sacramenti o di altre prestazioni lavorative a pagamento di dotarsi di partita IVA e del codice ATECO, così come previso per altre particolari categorie di lavoratori.
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il servizio dal titolo “Spudorati con la tonaca: i preti che vendono i sacramenti” trasmesso da Rete 4 – Fuori dal Coro del 09.04.2025