Nella legge di bilancio anche per il 2019 spuntano fuori la bellezza di 9.410.272 euri destinati a pagare gli stipendi dei 166 cappellani militari. Al grido di “onestà onestà” dopo “TAP”, “TAV”, “ILVA”, “F35”e “Prescrizione”, anche un’altra battaglia dei parlamentari grillini della prima ora – quelli della XVII legislatura – per eliminare dal bilancio dello Stato i costi dei cappellani militari e farli pagare alla Chiesa, è finita nel cestino della carta straccia.
È evidente che tra il dire e il fare c’è una enorme differenza e anche eliminare le caste e i loro privilegi non sembra essere più tra gli obiettivi dei pentastellati del Governo giallo-verde. Infatti, leggere nero su bianco che nel 2019 i cittadini dovranno ancora mantenere un piccolo esercito di preti soldato rende evidente che la capitana Elisabetta Trenta, nonostante il suo ruolo di Ministro della Difesa, non ha potuto fare altro che genuflettersi, come i suoi predecessori, ai piedi dell’onnipotente generale-Monsignore Santo Marcianò, capo dell’Ordinariato militare.
Nonostante il numero dei preti-soldato sia leggermente diminuito rispetto agli anni scorsi la spesa è rimasta sostanzialmente invariata e ciò è dovuto anche anche agli effetti economici del riordino delle carriere dei militari, fortemente voluto dalla ex ministra Pinotti. Riforma che ha aumentato a dismisura il numero dei dirigenti militari, compresi i cappellani.
Dove è finita “l’Intesa” tra Stato e Chiesa che dovrebbe servire a regolamentare la questione “cappellani militari” che non trova soluzione dal 1984? Fu annunciata dalla sala stampa vaticana nel 2015 – dopo anni di battaglie mie e del Partito Radicale – e raggiunta solo lo scorso anno quando i vertici dell’ordinariato la sbandierarono ai quattro venti per mettere in evidenza le loro miracolose riduzioni di spesa, senza però mai rendere pubblico il documento.
Quell’intesa attende ancora di essere recepita con una legge da sottoporre all’approvazione del Parlamento e quando lo sarà allora si che capiremo se questo è veramente il Governo del cambiamento o delle chiacchiere infinite, dei selfie e dell’aria fritta. La ministra Trenta ha nulla da dire a quelli che come me vorrebbero uno Stato e delle forze armate veramente laici?