PRESENTATA ALLA PROCURA MILITARE DI ROMA UNA DENUNCIA PER L’IPOTESI DI REATO DI APPROPRIAZIONE INDEBITA A DANNO DEGLI UFFICIALI E SOTTUFFICIALI DELLA MARINA MILITARE

Questa mattina presso gli uffici della Procura militare di Roma l’avvocato Massimiliano Strampelli del Foro di Roma ha depositato una denuncia per l’ipotesi di reato di appropriazione indebita, art. 235 c.p.m.p., relativa ai fatti che riguardano il prelievo che l’amministrazione militare opera a titolo di quota Ente Circoli MM sugli stipendi di tutti i sottufficiali e gli ufficiali in servizio permanente nella Marina Militare e nel Corpo delle Capitanerie di porto – Guardiacostiera.

Nel 2021 il Tribunale amministrativo di Lecce, in accoglimento del ricorso presentato nel 2015 da una militare che si era visto respingere la domanda per ottenere la cessazione del pagamento obbligatorio e la restituzione delle somme fino a quel momento versate, ha stabilito l’illegittimità dal prelievo operato dall’amministrazione militare a favore dell’Ente Circoli della Marina Militare in quanto a decorrere dal 10 febbraio 2011 il DPR 248/2010 ha abrogato il r.d. 27 ottobre 1937, n. 1935, di costituzione dell’ente e recante lo statuto dell’ente “Circoli della Regia Marina” il cui art. 26 disponeva che: “I soci ordinari sono tenuti al versamento di una quota mensile”. Il tar conclude affermando che “a seguito degli interventi normativi succedutisi a far data dal 1949, e sino al d.P.R. n. 248/2010, l’Ente Circoli M.M. non è stato abrogato, ma l’obbligo di contribuzione sì.”.

La questione non è nuova per i vertici della Marina, perché nel 2014 l’allora Ministro della difesa, Roberta Pinotti (PD) fu chiamata a rispondere ad una interrogazione parlamentare con cui gli si chiedeva l’eliminazione delle quote sociali prelevate forzosamente dalle retribuzioni dei marinai. Come era facilmente immaginabile la risposta fu negativa e ancora oggi, nonostante un Giudice abbia sancito l’illegittimità dell’indebito prelievo, l’amministrazione militare e l’Ente continuano a prelevare soldi dalle buste paga degli ufficiali e dei sottufficiali della Marina e del Corpo delle capitanerie di porto – Guardiacostiera senza che questi però abbiano mai autorizzato qualcuno a fare tale prelievo.

Non sono certo grosse cifre quelle che mensilmente vengono addebitate ad ogni militare. Tuttavia per rendersi conto dell’importanza che la questione riveste è sufficiente sapere che dai bilanci dell’ultimo triennio 2019-2021 risulta che l’importo complessivo delle quote obbligatorie entrate nelle casse dell’Ente è stato di circa 5.809.866 euro.

Per completezza appare opportuno precisare che per quanto riguarda gli anni che vanno dal 10 febbraio 2011, data di abrogazione del r.d. n. 1935/1937 fino al 2018 compreso, non disponendo dei bilanci consuntivi – che invece l’Ente, ovvero il Ministero della difesa che esercita l’alta vigilanza, avrebbe dovuto rendere pubblici – si potrebbe ipotizzare che l’ammontare delle quote sociali mensili pagate obbligatoriamente ma ingiustamente dagli ufficiali e sottufficiali interessati possa essere stato di circa 13,5 milioni di euro.

Da quando è stata pubblicata la sentenza del Tar Lecce sono già centinaia i militari che hanno chiesto all’amministrazione militare e all’Ente di cessare il prelievo e di restituire le somme indebitamente pagante ma o si sono visti respingere la domanda oppure non hanno neanche ricevuto la doverosa risposta.

Come Segretario del Partito per la tutela dei diritti dei militari ho sentito il dovere di rappresentare i fatti all’Autorità Giudiziaria militare affinché proceda per verificare la sussistenza di aspetti penalmente rilevanti in relazione al reato di appropriazione indebita di cui all’articolo 235 c.p.m.p., commessa da militari in danno di altri militari, individuarne gli eventuali colpevoli e punirli come richiede il codice.

Mi auguro che alla luce di questa iniziativa giudiziaria il Ministro della difesa, Lorenzo Guerini, a cui è affidata la vigilanza sull’Ente Circoli della Marina Militare, vorrà immediatamente dare le necessarie disposizioni affinché siano sospesi tutti gli illegittimi prelievi che ogni mese vengono effettuati forzosamente sugli stipendi di tutti gli ufficiali e sottufficiali della Marina Militare e del Corpo delle capitanerie di porto – Guardiacostiera.

Agli ufficiali e i sottufficiali della Marina Militare e del Corpo delle capitanerie di porto – Guardiacostiera rivolgo l’invito a contattarmi all’indirizzo di posta elettronica info@partitodirittimilitari.it, al fine di valutare la fattibilità di ogni possibile iniziativa giudiziaria a tutela dei loro interessi. Inoltre li informo che sul sito del Partito per la tutela dei diritti dei militari (www.partitodirittimilitari.it) è pubblicato il modello di domanda on cui possono chiedere la cessazione del prelievo e la restituzione delle somme indebitamente pagate dalla data del 10 febbraio 2011 (o da quella di acquisizione del grado da ufficiale o sottufficiale se successiva) all’attualità, con le relative spiegazioni affinché questa volta la loro domanda non resti senza la dovuta risposta da parte dell’Ente e dell’Amministrazione militare.

Lo rende noto Luca Marco Comellini, Segretario Politico del Partito per la tutela dei diritti dei militari – PDM

MODELLO DOMANDA RIMBORSO QUOTE ENTE CIRCOLI MM

Se avete dubbi o domande da fare non esitate a contattare il Partito per la tutela dei diritti dei militari all’indirizzo info@partitodirittimilitari.it al quale potete anche iscrivervi liberamente compilando e inviando la domanda di iscrizione reperibile al seguente indirizzo: https://www.partitodirittimilitari.it/iscriviti-al-pdm

Modello domanda rimborso quote Ente Circoli MM

Elezioni politiche, Comellini (PDM): voteremo chi farà suo il nostro programma

Il partito per la tutela dei diritti di militari – PDM – nel riconoscere l’importanza e il fondamentale ruolo dei cittadini in divisa per lo sviluppo sociale, politico ed economico del Paese, ritiene necessario e prioritario il raggiungimento dei seguenti obiettivi:

1. Un Sindacato per i militari: Per la totale e incondizionata estensione dei diritti di rappresentanza sindacale al personale delle Forze armate e delle Forze di Polizia a Ordinamento militare, che garantiscano un maggiore rispetto della legalità, dei diritti e della democrazia interna che, oggi, l’attuale legge 46/22 non è in grado di poter garantire.

2. Unificazione delle Forze di polizia – smilitarizzazione dell’Arma dei carabinieri e del Corpo della guardia di finanza: L’unificazione delle Forze di polizia potrà essere l’esempio dell’efficienza delle istituzioni che guardano alla sicurezza del cittadino come un bene irrinunciabile. Per questo motivo è indispensabile e prioritario ridurre la duplicazione delle spese che necessariamente si hanno quando sul territorio operano contemporaneamente le Forze di polizia a ordinamento civile e quelle a ordinamento militare.

3. Istituzione del Corpo della polizia tributaria, come nuova e professionale polizia finanziaria: è necessario istituire un Corpo autonomo della Polizia Tributaria svincolato da quei limiti della subordinazione gerarchica che attualmente impongono i codici ed i regolamenti militari al Corpo della guardia di finanza, essendo prioritario attuare una più efficace e qualificata lotta all’evasione fiscale.

4. Istituzione di un Corpo di polizia giudiziaria: Il qualificato ed intelligente apporto all’indagine da parte della polizia costituisce un obiettivo da perseguire con la massima convergenza d’intenti perché il suo conseguimento consentirebbe alla polizia di svolgere i propri compiti nell’ambito di spazi necessari per raggiungere incisivi risultati, senza nulla togliere al ruolo del P.M., creando un decisivo rafforzamento dell’intero sistema di contrasto del crimine in termini tanto di conoscenza dei fenomeni criminali, quanto di efficacia dell’azione repressiva e processuale.

5. Abolizione dei tribunali militari: I cittadini in divisa, quelli che servono lo Stato, sono come tutti gli altri e non possono, solo per il particolare lavoro che svolgono, essere assoggettati a più codici e a più giudici. L’abolizione dei tribunali militari è quindi uno dei nostri obiettivi che coincide perfettamente con il programma, più ampio, volto all’applicazione delle leggi e della Costituzione in modo puntuale e omogeneo per tutti i cittadini.

6. Esercito europeo, forza di coesione fra cittadini della UE: Il PDM ravvisa che la definizione strutturale di un esercito europeo debba necessariamente passare dal coinvolgimento della totalità del personale delle differenti Forze armate nazionali, fino ad arrivare a subordinarne le funzioni e l’organizzazione interna ai principi dell’Unione, secondo una logica di maggiore razionalizzazione delle risorse singole e collettive.

Dopo decenni di governi Imposti o calati dall’alto e di promesse mai concretizzatesi la situazione dei lavoratori con le stellette è drammaticamente peggiorata, sia per quanto riguarda la fruibilità diritti che la costituzione riconosce indistintamente a tutti i cittadini sia per gli aspetti economici.

Per questi motivi, consapevoli della particolare situazione politica ed economica, la nostra indicazione di voto responsabilmente riguarderà solo chi avrà la sensibilità di includere il nostro programma politico nel proprio.

Lo dichiara Luca Marco Comellini, Segretario Politico del Partito per la tutela dei diritti dei militari – PDM

PROCESSO CAPO TEULADA, COMELLINI (PDM): CHIEDEREMO AL GUP DI AMMETTERCI COME PARTE CIVILE

Lette le chiarissime motivazioni contenute nella richiesta di rinvio a giudizio formulata dal Pubblico Ministero, dr. Emanuele Secci, nell’ambito del procedimento penale a carico di cinque alti ufficiali dell’Esercito accusati del reato di “disastro innominato” relativo ai danni ambientali provocati nel corso degli anni, in particolare dal 2010 al 2014, dalle esercitazioni militari svoltesi nel Poligono permanente di Capo Teulada, riteniamo che la costituzione di parte civile del Partito per la tutela dei diritti dei Militari sia un nostro preciso dovere di cittadini e militari al fine di poter offrire al Tribunale e alla Procura di Cagliari ogni possibile contributo e supporto per arrivare all’accertamento della verità processuale e quindi della responsabilità penale di tutti gli imputati in ordine ai reati loro ascritti.
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SOLO CHI NON CONOSCE LA STORIA SINDACALE DEL NOSTRO PAESE PUO’ GIOIRE PER L’APPROVAZIONE DEL DDL CORDA SUI DIRITTI SINDACALI DEI MILITARI

Solo chi non conosce la storia sindacale del nostro paese, gli stolti, gli ignoranti, e tutti coloro che della negazione del diritto e dei diritti dei lavoratori ne hanno fatto uno stile di vita o tratto vantaggi anche personali, possono gioire per l’approvazione della legge sui diritti sindacali militari.

Il ddl Corda approvato ieri in via definitiva dalla Camera dei deputati, già frutto dell’ignoranza e della pietosa sottomissione della classe politica ai diktat dei vertici militari, ha definitivamente cancellato l’articolo 39 della Costituzione e con esso la decisione della Corte costituzionale che, dopo decenni di battaglie anche legali, finalmente nell’aprile del 2018, con la Sentenza n. 120, ha avuto il – seppur timido – coraggio di riconoscere l’incostituzionalità del comma 2 dell’articolo 1475 del codice dell’ordinamento militare (decreto legislativo 66/2010) nella parte in cui vieta ai militari di costituire associazioni sindacali e di potervi aderire.

Gli evidenti profili di illogicità e incostituzionalità, immediatamente e facilmente percepibili nel testo licenziato ieri dal Parlamento, ci spingono a prendere le opportune e doverose distanze da tutte quelle associazioni professionali a carattere sindacale che hanno applaudito l’infausto evento e, nel contempo, a invitare tutto il personale militare ad unirsi al Partito per la tutela dei diritti dei militari e al Sindacato dei Militari per continuare quelle doverose lotte politiche e sindacali necessarie e urgenti per l’effettiva affermazione delle libertà e dei diritti dei lavoratori con le stellette, come sancito dagli articoli 39 e 49 della Costituzione.

Iscriversi al PDM e al Sindacato dei Militari, uniche realtà che oggi possono vantare plurimi riconoscimenti in merito alla legittimazione ad agire nelle aule di giustizia per la difesa degli interessi dei militari, significa avere quel coraggio e quella voglia di cambiamento che ad altri – quelli fieri di essere stati preventivamente autorizzati dal datore di lavoro alla costituzione di associazioni a carattere sindacale – sono mancati.

Ai parlamentari del M5S che ieri, e ancora oggi, applaudono alla conversione in legge del ddl Corda e continuano a scambiare diritti e democrazia coi più convenienti compiacimenti dei generali o del potente di turno, chiediamo di avere almeno la decenza di tacere o, se proprio non possono fare a meno di aprire bocca e dargli fiato, di evitare di spacciare l’approvata legge sulle libertà sindacali dei militari come se fosse una epocale conquista invece della più tremenda e pericolosa negazione del diritto e dei diritti dei lavoratori di cui abbiamo memoria.

Infine non resta che augurarci che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, già giudice costituzionale, abbia la sensibilità di restituire l’orrenda legge al Parlamento affinché provveda a correggere gli evidenti profili di illogicità, criticità e illegittimità costituzionale.

Lo dichiarano Luca Marco Comellini, Segretario Politico del Partito per la tutela dei diritti dei Militari, e Riccardo Saccotelli, sopravvissuto alla strage di Nasiriyah e Presidente ff del Sindacato dei Militari

PDM, processo Cucchi ter (depistaggi), Comelllini: pieno riconoscimento nostra legittimazione attiva per la costituzione di parte civile

La sentenza di condanna rappresentanza una grande vittoria per il PDM costituito parte civile e sancisce il pieno riconoscimento della legittimazione attiva del PDM a costituirsi ogni qualvolta vengono violati i principi e i diritti di tutti i militari.

Guerini, aumento spesa militare, Comellini (PDM): per garantire l’efficienza delle forze armate sarebbe sufficiente anche solo una adeguata programmazione e una reale razionalizzazione delle abbondanti risorse di cui già dispone la Difesa

Ministro è difficile rimettere in moto una macchina che negli ultimi 15 anni è stata completamente trascurata e messa in bella posa in vetrina e sperare che questa funzioni.

Ecco, le nostre forze armate sono come quella macchina con la differenza che non le puoi portare dal meccanico, cambiargli qualche pezzo, dargli una riverniciata e via. Investire nuove e ingenti risorse per cercare di renderle efficienti ed efficaci richiederebbe uno sforzo economico e tempi non compatibili con la situazione attuale e le reali possibilità del nostro paese e sostenere il contrario significa prendere in giro gli italiani. Non ce lo possiamo permettere. Non te lo puoi permettere. Leggi tutto “Guerini, aumento spesa militare, Comellini (PDM): per garantire l’efficienza delle forze armate sarebbe sufficiente anche solo una adeguata programmazione e una reale razionalizzazione delle abbondanti risorse di cui già dispone la Difesa”

Guerra Ucraina, Esercito comune europeo, Comellini e Turco (PDM): 10 anni fa il Parlamento fu miope oggi è pericolosamente avventato

Dichiarazione del Segretario politico e del cofondatore del Partito per la tutela dei diritti dei militari, Luca Marco Comellini e Maurizio Turco.

“Da giorni non facciamo altro che leggere dichiarazioni di sedicenti esperti e politici di ogni colore sull’urgente necessità di avere un esercito comune europeo.

Vogliamo ricordare all’opinione pubblica che riguardo a questo tema il deputato radicale Maurizio Turco, cofondatore del PDM, già l’11 dicembre 2012, in occasione della discussione del disegno di legge recante «Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale e norme sulla medesima materia», sottopose inutilmente al voto dell’Aula della Camera un ordine del giorno per impegnare il Governo “alla promozione in sede europea di una iniziativa per la creazione di un esercito comune europeo con funzioni e organizzazione subordinate ai principi dell’Unione, secondo una logica di maggiore razionalizzazione delle risorse singole e collettive”.

La miopia dell’attuale classe politica che alla Camera dei deputati, nell’ambito della discussione sul decreto legge varato dal governo per fare fronte all’emergenza determinata dalla guerra in Ucraina, ha approvato un ordine del giorno per l’incremento delle spese militari, è la stessa di quella che quasi 10 anni fa, respingendo la proposta radicale, affossò la nascita di un vero esercito comune europeo e le conseguenze oggi sono sotto gli occhi di tutti.”.

 

 

(Atto Camera – Ordine del Giorno 9/05569/009 presentato da TURCO Maurizio

testo di Martedì 11 dicembre 2012, seduta n. 732

La Camera, premesso che: con il disegno di legge recante «Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale e norme sulla medesima materia» il Governo ha reso evidente la volontà di assicurare la piena integrabilità dello strumento militare nazionale nella prospettiva di una politica di difesa comune europea che sia capace di superare diversità e ridondanze che impediscono una attenta razionalizzazione delle risorse economiche e umane, per la costituzione di un esercito comune europeo, impegna il Governo alla promozione in sede europea di una iniziativa per la creazione di un esercito comune europeo con funzioni e organizzazione subordinate ai principi dell’Unione, secondo una logica di maggiore razionalizzazione delle risorse singole e collettive. 9/5569/9.)

 

Associazionismo militare, Comellini: anche il Consiglio di Stato prende a schiaffi il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Attento Lorenzo, non c’è due senza il tre.

“Ho appreso con enorme soddisfazione dell’ennesimo “schiaffone” che il Ministro della difesa, On.  Lorenzo Guerini, ha ricevuto dalla Giustizia Amministrativa.

Ieri il Consiglio di Stato ha respinto l’appello proposto dal Ministero della difesa avverso l’Ordinanza n. 04926/2021 dello scorso 10 settembre con la quale il Tar del Lazio aveva sospeso l’efficacia del Decreto del ministro Guerini di revoca dell’assenso ministeriale alla costituzione dell’associazione “ASSOMILITARI” basandosi, hanno scritto i Giudici Amministrativi, “esclusivamente sugli accenti critici di alcune esternazioni del Presidente dell’Associazione su alcuni delicati temi inerenti alle Forze Armate, quali quelli dei suicidi”.
Il massimo Organo della Giustizia Amministrativa nel ravvisare l’inesistenza di un danno grave ed irreparabile “tale da costituire un idoneo presupposto per l’accoglimento dell’appello cautelare”, ha confermato e fatta propria la decisione del giudice di prime cure che, “alla luce del bilanciamento degli interessi” aveva ritenuto opportuno “assegnare prevalenza alla operatività dell’associazione che comunque persegue finalità statutarie rilevanti e di utilità per gli associati”.
A nome delle Organizzazioni che rappresento, Sindacato dei Militari e del Partito per la tutela dei Diritti dei Militari, esprimo la massima solidarietà al Presidente di Assomilitari, Maresciallo Carlo Chiariglione e lo invito a proseguire nelle azioni di sensibilizzazione dei militari sui temi scottanti come lo è quello dei suicidi. Allo stesso modo non posso non manifestare la preoccupazione per la sorte di un ministro della Repubblica che invece del dialogo costruttivo e democratico sembra aver scelto ancora una volta di assecondare l’arroganza dei vertici militari.
Ministro Guerini per evitare in futuro altri e più sonori schiaffoni, sempre figurati ovviamente, le consiglio vivamente di liberarsi di quella inutile pletora di generali-consiglieri e oscuri legulei che la circondano perché, visti i risultati ottenuti nel campo dell’associazionismo militare, anche rispetto ad altre questioni sindacali di interesse del personale militare, mi sembra del tutto evidente che o non le raccontano la verità per nascondere le loro responsabilità nel malgoverno del personale, oppure, più semplicemente, vogliono usarla affinchè possano continuare ad accusare del reato di lesa maestà i tanti Carlo Chiariglione che nelle Forze armate rifuggono dal dovere di obbedienza al capo di turno ma non, invece, da quello di osservare le leggi e la Costituzione.”

ordinanza Consiglio di Stato

Afghanistan: Comellini (PDM): ammessi come parte civile nel processo per la morte del Caporal maggiore Francesco Saverio Positano daremo il nostro contributo per l’accertamento della verità.

Oggi, 13 ottobre 2021, si è svolta la prima udienza dibattimentale del processo che vede imputati otto militari dell’Esercito per rispondere, a vario titolo, dei reati di omicidio colposo in concorso e false dichiarazioni all’autorità giudiziaria in relazione alla morte del Caporal Maggiore Francesco Saverio Positano avvenuta in Afghanistan il 23 giugno 2010.

Il Giudice dott.ssa Carmela Foresta nell’accogliere la nostra domanda di costituzione di parte civile ha precisato che gli scopi perseguiti e la copiosa attività svolta dal PDM confortata dai numerosi riconoscimenti giurisprudenziali intervenuti negli anni confermano la piena legittimazione dell’associazione alla partecipazione al processo come parte danneggiata dal reato.

Siamo parte nel processo e quindi daremo il nostro pieno contributo affinché si giunga presto e bene all’accertamento della verità sulle cause e sulle responsabilità per la morte del militare avvenuta oltre 10 anni fa in Afghanistan -ha dichiarato l’avvocato Massimiliano Strampelli, difensore del PDM a conclusione dell’udienza.

Oggi il Ministero della difesa non si è costituito parte civile ne si è presentato in aula nonostante fosse già stato citato come responsabile civile. Questa assenza, a mio avviso, non può avere altro significato che il completo disinteresse del Ministro per chi ha sacrificato la propria vita per servire il Paese – ha dichiarato Comellini presente in aula.