Nel comunicato stampa diramato oggi dal Consiglio Centrale della Rappresentanza militare (COCER) con il quale i coceristi di professione si affrettano a pietire incontri coi ministri della funzione pubblica e della difesa e rivendicano la titolarità di essere parte sociale per i temi che riguardano gli interessi professionali ed economici del personale militare, emergono chiaramente, ancora una volta, l’arroganza e la supponenza di un manipolo di fedeli servitori delle gerarchie militari che, alla luce dell’imminente costituzione di libere associazioni sindacali, teme per la propria sorte e per i propri interessi. A questi servitori di professione dico convintamente: Ora ci sono i sindacati, fatevene una ragione.
Sabato, 6 ottobre, si costituirà il “Sindacato dei Militari” e sarà immediatamente attivo nella tutela e per la tutela degli interessi professionali, economici e giuridici, del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia ad ordinamento militare e dei Corpi militari ausiliari delle Forze armate. Per questo motivo sono certo che i ministri Giulia Buongiorno ed Elisabetta Trenta, chiamati in causa dal Cocer, vorranno rinviare la riapertura dei tavoli tecnici relativi alla coda contrattuale e per il nuovo contratto di lavoro 2019-2021 affinché vi possano partecipare in modo pieno e consapevole anche i liberi sindacati già costituiti o in via di costituzione. Ciò è necessario e doveroso in ossequio ai principi democratici e alle norme che disciplinano l’attività di rappresentanza sindacale attualmente vigenti per il personale delle Forze di polizia ad ordinamento civile che, in assenza dell’intervento del legislatore volto a colmare il vuoto normativo venutosi a creare con soppressione, ad opera della Corte costituzionale, del divieto per il personale militare di costituire o aderire ad associazioni sindacali di categoria già previsto dal decreto legislativo n. 66/2010 (Codice dell’Ordinamento Militare), devono necessariamente ritenersi applicabili anche al personale militare al fine di rendere immediatamente e pienamente fruibili i diritti in questione.