Prima di pensare ad una “Difesa comune europea” sarebbe più opportuno adeguare il nostro ordinamento militare a quello degli altri Paesi, come Francia e Germania , sicuramente più coerenti con un progetto tanto ambizioso quanto impegnativo per il personale delle nostre forze armate.”. Lo dichiara Luca Marco Comellini, Segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia (Pdm) in merito alle recenti dichiarazioni della Ministra Pinotti sulla realizzazione di una Difesa comune europea.
“L’ordinamento militare italiano è sicuramente anacronistico e non in linea con lo spirito dei trattati di Roma e con i recenti pronunciamenti della CEDU e finirebbe col creare un vero e proprio ostacolo alla realizzazione di un progetto così ambizioso ma estremamente necessario. Per questo motivo, prima poter parlare di “Difesa comune europea”, la Ministra della difesa, Roberta Pinotti, dovrebbe, tanto per cominciare, rivedere con urgenza le questioni interne all’ordinamento italiano riguardanti i diritti e le tutele sindacali che le attuali norme non garantiscono ai nostri militari e la Giustizia militare, i Tribunali e le Procure militari, perché non è accettabile pensare a una organizzazione militare moderna ed efficiente al cui interno possano trovare applicazione differenti ordinamenti, differenti livelli di diritti e di giustizia.”