Ieri, 4 novembre, il Pubblico Ministero, Dott.ssa Federica Materazzo, al termine della propria requisitoria ha chiesto al Giudice Dott.ssa Vittoria Sodani del Tribunale di Civitavecchia di condannare gli imputati, ammiragli Giuseppe De Giorgi e Luigi Binelli Mantelli a un anno e due mesi di reclusione e l’ex Comandante della Nave Amerigo Vespucci Domenico La Faia e l’ammiraglio Bruno Branciforte a un anno e dieci mesi per avere i predetti posto in essere una condotta penalmente rilevante, di cui ai capi di imputazione contestati con richiesta di rinvio a giudizio del 11.02.2015, a firma del P.M., Dott. Amendola, ovvero quella di cui agli artt. articoli 40, comma 2, 113, 589, commi primo e secondo e 61, numeri 3) e 9) c.p., per aver cagionato colposamente, per effetto della violazione della normativa per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, il decesso del nocchiere Alessandro NASTA, avvenuto in data 24.05.2012 in conseguenza della caduta dall’albero di maestra della nave scuola Amerigo Vespucci, mentre era comandato in servizio cd. Marinaresco.
L’avvocato Giulio Murano del Foro d Roma, difensore della costituita parte civile “Partito per la tutela dei diritti dei militari – PDM”, ha, invece, chiesto al Giudice Sodani condanne esemplari per tutti gli imputati in ragione delle rispettive responsabilità chiaramente emerse nel corso dell’istruttoria dibattimentale ed ha ricordato che proprio grazie all’interrogazione parlamentare a risposta scritta n. 4/16428 – sollecitata dal Partito per la Tutela dei Diritti dei Militari, primo firmatario il Radicale On.le Maurizio Turco – presentata con estrema tempestività, già il 05.06.2012, è stato possibile far emergere che, al momento della tragica morte del nocchiere Alessandro Nasta, sulla nave Amerigo Vespucci sulla quale era imbarcato, non era ancora stato redatto il documento di valutazione rischi (DVR) previsto dalla vigente normativa di sicurezza sul lavoro.
“Finalmente questo processo, dopo oltre 10 anni dalla morte di Alessandro, è alle battute finali. Le richieste di condanne avanzate dal pubblico ministero, seppure lievi, hanno un particolare significato perché sono arrivate nel bel mezzo delle celebrazioni della festa delle Forze armate per ricordare a tutti gli ammiragli e ai generali che uno dei primi doveri del datore di lavoro è quello di garantire a tutti i militari la sicurezza sul posto di lavoro. Il prossimo 10 febbraio ascolteremo le difese degli imputati e poi la sentenza che, ci auguriamo farà giustizia. Dal 2009 il PDM è costantemente impegnato in prima linea per difendere il diritto e i diritti dei militari e in questo processo, come in altri nei quali ci siamo costituiti parte civile, la nostra azione s’è rilevata sempre determinante ai fini dell’accertamento della verità processuale.”
Lo ha dichiarato Luca Marco Comellini, segretario politico del Partito per la tutela dei diritti dei Militari – PDM
Sostieni la nostra attività, fai una donazione