MIGRANTI, PDM: DA MINNITI E PINOTTI POCHE IDEE E MOLTO CONFUSE.
Roma 9 gennaio – “Le dichiarazioni della Ministra della difesa Roberta Pinotti e del Ministro dell’Interno Marco Minniti sui temi dell’immigrazione clandestina e dell’accordo di cooperazione Italia Libia avviato prima dell’aggressione del 2011 contro Gheddafi, ampiamente riprese oggi da numerosi quotidiani, fanno chiaramente capire che al riguardo i due esponenti del governo Gentiloni hanno poche idee e molto confuse.
Da una parte c’è la Pinotti che, da un lato, insiste nel continuare ad impegnare i militari nell’operazione strade sicure per apprestare una sicurezza apparente, pur essendo ormai chiaro che in tale modo si sottraggono importanti risorse economiche che andrebbero destinate alle forze di polizia e, dall’altro, continua ad utilizzare le navi della Marina militare e il Corpo delle capitanerie di porto per portare in Italia migliaia di migranti invece di farli sbarcare nei porti o sulle coste da cui sono partiti.
Poi c’è Minniti, che non è il ministro degli esteri, impegnato nel tentativo di riproporre la ripresa dell’accordo di cooperazione “Berlusconi-Gheddafi”, il cui costo per gli italiani dovrebbe essere di 5 miliardi di euro destinati alla realizzazione di infrastrutture sul suolo libico ma che rischia di fallire ancora prima di iniziare perché, con le attuali condizioni di instabilità politica della regione, anche il più ingenuo capirebbe che sarebbe un errore andare a regalare una montagna di soldi senza a chi non è in grado di assicurare alcunché figuriamoci di rispettare i termini dell’accordo e quindi di assicurare un severo controllo dei flussi migratori verso le coste italiane.”.
Restiamo perplessi al pensiero che la sicurezza del Paese e degli italiani sia ancora in mano a questi personaggi mentre la soluzione più logica per risolvere il problema dell’immigrazione clandestina è da sempre sotto gli occhi di tutti e nel pieno rispetto dei trattati internazionali consiste nell’attuare una concreta azione di respingimento dei barconi prima che entrino nelle acque italiane, che non vuol dire abbandonarli al loro destino ma soccorrerli per riportarli nei luoghi da cui sono partiti.
Occorre anche, e prima di ogni altra cosa, investire concretamente nella sicurezza reale dando maggiori risorse alle forze di polizia per attuare un capillare controllo del territorio e delle frontiere. I cinque miliardi di euro destinati a finanziare il piano di cooperazione Italia-Libia siano piuttosto investiti per rafforzare gli organici della Polizia di Stato e per assicurar loro una adeguata formazione, addestramento e rinnovo dei mezzi e delle dotazioni che oggi sono assolutamente carenti e non idonee.”