Roma – 28 dic 2017 – “La legislatura è finita e lo scioglimento del Parlamento è solo una questione di ore. È in queste situazioni che il pressapochismo del legislatore italiano emerge in tutta la sua dirompente drammaticità. Per rendersene conto agli italiani, ma anche e soprattutto ai nostri interlocutori internazionali, basta leggere il testo della legge 145/2016 “Disposizioni concernenti la partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali” che, con l’articolo 2, comma2, affida al voto del Parlamento l’autorizzazione per le singole missioni e, col comma 3, al Governo il compito di emanare, entro i successivi 60 giorni, i relativi decreti per il finanziamento.
Tra poco il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, secondo le informazione riportate dai media in queste ore, dovrebbe decretare lo scioglimento della Camera e del Senato e allora, volendo escludere che il premier Gentiloni e la sua ministra Pinotti abbiano potuto anche solo pensare che l’approvazione da parte del Parlamento sui provvedimenti di impiego delle nostre forze armate all’estero sia da considerare un mero fatto scontato o del tutto irrilevante, la questione va senza dubbio rimessa alla sensibilità istituzionale del Presidente Mattarella e alla sua valutazione sulla differenza tra un atto di indirizzo votato da un Parlamento oggettivamente distratto dalla competizione elettorale ed uno deliberato da un Parlamento ancora in carica e nel pieno dei suoi poteri e quindi anche capace di bocciare, senza possibilità di appello le missioni armate e di guerra o, come quella annunciata in Niger, con falsi scopi umanitari. Missioni che i nostri militari sono costretti a fare all’estero invece di impegnarsi a vigilare e a garantire la sicurezza dei nostri confini e dei nostri mari.
Inoltre Mattarella non potrà non tenere nella dovuta considerazione gli ulteriori adempimenti a cui la legge obbliga il Governo e poi ancora il Parlamento in caso di approvazione di atti di indirizzo favorevoli allo svolgimento delle missioni.”.