DIFESA, PDM: FINALMENTE SONO UNA REALTA’ I DIRITTI SINDACALI TANTO TEMUTI DAI GENERALI E DAI SATRAPI DEL COCER

Finalmente i militari potranno esercitare i diritti sindacali e costituire le proprie associazioni di categoria al pari del personale delle forze di polizia.
Dopo anni di incessanti battaglie nelle aule parlamentari durante i quali ci siamo scontrati con servi e servitori dei generali, satrapi di ogni specie e pietitori di proroghe, professionisti della forfettaria (indennità di missione riservata ai soli delegati del Cocer), rivolgiamo un sentito ringraziamento ai Giudici della Corte che finalmente hanno cancellato quel perverso divieto che fino ad oggi ha costretto i più fedeli servitori della Patria nella condizione di minus habentes.
Un sentito ringraziamento va anche a quei militari che hanno portato avanti la loro battaglia di giustizia e legalità nelle sedi giurisdizionali e fino al cospetto della Consulta.
Ora i cittadini in divisa facciano un saggio uso di questo loro nuovo diritto a cominciare dal diffidare di tutti quei delegati della Rappresentanza militare che in questo ultimo decennio li hanno più volte calpestati svendendone i diritti, le carriere e la dignità economica per compiacere i vertici militari e la Ministra della difesa Roberta Pinotti che come esponente di un sedicente partito democratico ha fatto del suo meglio per negare e sopprimere ogni forma di dissenso o aspirazione sindacale.
Adesso la parola passa al legislatore a cui siamo pronti a dare la nostra chiarissima proposta di legge affinché anche per i militari valgano le regole che fin dal 1981 disciplinano le attività sindacali per il personale della Polizia di Stato.
Per concludere un affettuoso pensiero lo rivolgiamo ai tanti ex forestali e all’Associazione Unforced che nell’Arma dei carabinieri, nella quale sono stati costretti da una scellerata riforma, ora avranno il compito e il privilegio di insegnare i diritti e garantire ogni possibile forma di tutela sindacale ai loro colleghi dell’Arma che fino ad oggi sono stati alla merce del Cocer.

Lo dichiarano Luca Marco Comellini , Segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia (PDM) e Maurizio Turco, già deputato, membro della presidenza del Partito Radicale.

Missioni internazionali, Comellini (Pdm): scioglimento Parlamento mette fine a rinnovo missioni

Roma – 28 dic 2017 – “La legislatura è finita e lo scioglimento del Parlamento è solo una questione di ore. È in queste situazioni che il pressapochismo del legislatore italiano emerge in tutta la sua dirompente drammaticità. Per rendersene conto agli italiani, ma anche e soprattutto ai nostri interlocutori internazionali, basta leggere il testo della legge 145/2016 “Disposizioni concernenti la partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali” che, con l’articolo 2, comma2, affida al voto del Parlamento l’autorizzazione per le singole missioni e, col comma 3, al Governo il compito di emanare, entro i successivi 60 giorni, i relativi decreti per il finanziamento.
Tra poco il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, secondo le informazione riportate dai media in queste ore, dovrebbe decretare lo scioglimento della Camera e del Senato e allora, volendo escludere che il premier Gentiloni e la sua ministra Pinotti abbiano potuto anche solo pensare che l’approvazione da parte del Parlamento sui provvedimenti di impiego delle nostre forze armate all’estero sia da considerare un mero fatto scontato o del tutto irrilevante, la questione va senza dubbio rimessa alla sensibilità istituzionale del Presidente Mattarella e alla sua valutazione sulla differenza tra un atto di indirizzo votato da un Parlamento oggettivamente distratto dalla competizione elettorale ed uno deliberato da un Parlamento ancora in carica e nel pieno dei suoi poteri e quindi anche capace di bocciare, senza possibilità di appello le missioni armate e di guerra o, come quella annunciata in Niger, con falsi scopi umanitari. Missioni che i nostri militari sono costretti a fare all’estero invece di impegnarsi a vigilare e a garantire la sicurezza dei nostri confini e dei nostri mari.
Inoltre Mattarella non potrà non tenere nella dovuta considerazione gli ulteriori adempimenti a cui la legge obbliga il Governo e poi ancora il Parlamento in caso di approvazione di atti di indirizzo favorevoli allo svolgimento delle missioni.”.

Ma quale bandiera Nazista? La visione distorta dei fatti è l’epilogo dell’azione di una ministra che i militari vorrebbero poter dimenticare

Il servizio giornalistico che ha scoperto una bandiera erroneamente definita “nazista” nella camerata della caserma Baldissera del Battaglione Carabinieri Toscana ha sollevato un clamore mediatico che si sta rivelando una fake news in quanto, in realtà, quella bandiera è un emblema della Marina militare della Germania imperiale e la sua sola esposizione non costituisce alcun reato o infrazione disciplinare. Se poi la ministra della difesa Roberta Pinotti vuole estremizzarne l’uso decorativo riconducendo l’esistenza di una qualsivoglia violazione dei doveri del militare al solo fatto che alcuni gruppi di estrema destra la utilizzano nelle proprie esternazioni pubbliche, consapevoli del divieto di utilizzare i simboli del nazismo o del fascismo, allora le dichiarazioni della Pinotti sul punto non possono non ricordarci che, al pari, la repressione delle libertà individuali di espressione o finanche del solo pensare, qualsiasi sia l’ideologia politica di chi le esercita liberamente e consapevolmente, è propria dei regimi totalitari a cui quella bandiera vuole ad ogni costo essere ricondotta. Ricordo, quando ero un giovane sergente dell’Aeronautica militare di aver appeso nel mio alloggio alcune fotografie di aerei storici, come quelli esposti al museo dell’Aeronautica militare di Vigna di Valle che riportano sull’ala o sulla fiancata l’emblema dell’allora gloriosa Regia Aeronautica e del “fascio littorio”, quest’ultimo simbolo del regime fascista. Ma non per questo ricevetti il trattamento che oggi la ministra vorrebbe riservare al giovane carabiniere, per ragioni che, a mio avviso, e non solo, non hanno nulla a che vedere con il regolamento militare e i doveri che esso impone ad ogni militare.
Credo fermamente che le Forze armate, ora più che mai, abbiano bisogno di un vero ministro della difesa e di comandanti in grado di esprimere al meglio il vero senso del terzo comma dell’articolo 52 della Costituzione che li vorrebbe capaci, nella loro azione di alto comando, di ascoltare, comprendere e porre rimedio alle ragioni su cui si fonda l’evidente malcontento e i crescenti sentimenti di sfiducia nelle Istituzioni che tutto il personale militare dei ruoli non direttivi e non dirigenti vive con estremo disagio anche a causa, non ultima, delle mille promesse fatte e non mantenute e dei devastanti provvedimenti normativi che hanno inciso pesantemente sulle carriere e la dignità di tutti i cittadini in divisa. La sottosegretaria e poi ministra Pinotti fin dal suo ingresso nella compagine militare ha preferito circondarsi di personaggi graditi alla sua parte politica e al suo ex presidente del Consiglio senza preoccuparsi che regalando proroghe a destra e a manca o che nel voler imporre le sue decisioni in modo unilaterale o, ancora, prediligendo gli uni agli altri a secondo della disponibilità ad assecondare le sue richieste, ha finito col compromettere quei delicati equilibri tra le forze armate ed al loro interno tra i differenti ruoli che duravano immutati da tempo nonostante le dure prove e i gravosi impegni a cui tutte le forze armate sono state costrette.
Riguardo agli attacchi e insulti che la ministra afferma di aver ricevuto in queste ore sui social me ne dispiaccio, se hanno travalicato i limiti della critica, anche aspra, è giusto che vengano puniti ma, diversamente, non posso non ricordare che la saggezza popolare da sempre recita: “chi è causa del suo mal pianga se stesso”.
Tutto ciò nella speranza che il prossimo ministro della difesa dia più ascolto alla truppa piuttosto che ai generali e all’inutile Cocer.

NASSIRYA, PDM: LA DIFESA SI FACCIA CARICO DI RISARCIRE LE VITTIME DELLA STRAGE

Dichiarazione di Luca Marco Comellini, Segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia in merito alla notizia della lettera indirizzata nel marzo del 2010 dall’ex Ministro della difesa, Ignazio La Russa, ai familiari delle vittime e ai reduci della strage di Nassirya pubblicata oggi ,16 feb 2017, su Tiscali.it

“Già nel marzo del 2010, all’indomani della notizia della lettera di La Russa ai familiari e reduci di Nassirya, con il deputato radicale Maurizio Turco, avevamo espresso il nostro profondo sdegno nei confronti di un ministro che si era detto estraneo alle decisioni che il Parlamento aveva assunto nelle materie di sua competenza e che quindi, a nostro avvisto stava cercando di barattare la richiesta di giustizia dei parenti e dei reduci con dei semplici risarcimenti. Leggi tutto “NASSIRYA, PDM: LA DIFESA SI FACCIA CARICO DI RISARCIRE LE VITTIME DELLA STRAGE”