Si svolgerà domani, 11 luglio, il procedimento disciplinare a carico del maresciallo dell’Aeronautica militare che lo scorso 18 luglio 2017 fu assolto con la formula “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di aver rivelato a terzi estranei all’amministrazione militare le informazioni relative al volo di addestramento che il 5 settembre 2014 portò da Ciampino a Genova Sestri la ministra Roberta Pinotti appena rientrata da Cardiff dove aveva partecipato a incontro istituzionale.
“Dopo un inutile processo politico ecco l’incredibile procedimento disciplinare politico”. È questo il commento con cui Comellini, segretario del partito per la tutela dei diritti dei militari (PDM), inquadra la vicenda. “Alla luce della chiara sentenza di completa assoluzione pronunciata dal Tribunale di militare di Roma con la quale i Giudici danno atto che uno degli elementi indiziari su cui la Procura militare aveva fondato l’accusa era, incredibilmente, l’appartenenza politica del maresciallo militante e attivista del Movimento 5 Stelle, non posso non pormi domande sulla urgente necessità di una seria e completa riforma della Giustizia Militare che miri a recidere ogni dipendenza dei suoi organi, Procura e Tribunale, dal Ministero della Difesa.
Riguardo invece al procedimento disciplinare in questione, – prosegue Comellini – avviato fin dal 19 aprile scorso dal Comandante del 31°Stormo (che gestisce i voli di Stato) nei confronti del militare già assolto con formula piena e sentenza passata in giudicato, ritengo che, a prescindere dalla eventuale sanzione che potrebbe essere inflitta all’incolpato, rappresenti il chiaro tentativo della forza armata di dare comunque un colpevole all’ex ministra Roberta Pinotti.
La neo ministra Elisabetta Trenta ha nulla da dire in merito? Credo – prosegue il Segretario del PDM – che un immediato intervento per annullare il procedimento disciplinare sia non solo necessario per evitare danni all’immagine dell’amministrazione militare ed eliminare ogni possibile ulteriore spreco di denaro pubblico, ma sia anche doveroso per accertare se quel famoso volo di addestramento, che il 5 settembre 2014 portò a Genova la Pinotti appena rientrata dall’Inghilterra, non sia stato, in vero, programmato ad arte per soddisfare una precisa richiesta visto che dagli atti processuali emerge chiaramente che la presenza dell’ex ministra a bordo del Falcon 50 era stata annunciata già due giorni prima.
Infatti, – precisa Comellini – fin dall’inizio quel volo era stato programmato con la sigla IAM3122 che inequivocabilmente indica la presenza a bordo del velivolo del ministro della difesa.
La ministra Trenta dimostri con i fatti di essere un autorevole membro del “Governo del cambiamento”, annulli il procedimento disciplinare a carico del maresciallo dell’Aeronautica militare e avvii con la massima urgenza una inchiesta, concreta e pubblica, per far sapere agli italiani come siano stati utilizzati gli aerei della flotta di Stato, sia per gli impegni istituzionali sia per gli eventuali voli di addestramento usati come taxi da parlamentari o membri dei governi degli ultimi dieci anni.
Probabilmente – conclude Comellini – la verità che ne emergerebbe potrebbe non piacere a molti, metterebbe in evidenza come l’abuso della cosa pubblica sia spesso la regola impunita.”